Se in Italia il fenomeno del ' purismo industriale' è ancora sconosciuto e affrontato in prevalenza dalle singole industrie, all'estero la situazione è decisamente diversa, se è vero che in Brandeburgo, in Germania, il valore generato dal turismo industriale è pari a 50 milioni di Euro all'anno, mentre il reddito annuo che genera il National Railway Museum di York, nel Regno Unito, raggiunge quota 29 milioni di Euro nella contea dello Yorkshire, attirando ogni anno più di 770.000 visitatori. Si calcola che in Europa il turismo relativo al patrimonio industriale generi più di 18 milioni di presenze turistiche – quindi di soggiorni, con una spesa media sul territorio di 349,00 Euro per i turisti internazionali e 220,00 Euro per quelli nazionali. A questi si aggiungono 146 milioni di escursionisti day-user, con una spesa media sul territorio di 28,00 Euro. Per l'Italia si tratta di un'altra opportunità non ancora sfruttata: qui, da noi, il turismo industriale può rappresentare davvero il nostro made in Italy, perché questa formula rappresenta la più sincera e veritiera testimonianza del secolo passato e di come si sia sviluppata l'industria italiana. I luoghi che hanno vissuto direttamente lo sviluppo delle società industrializzate diventano così valori da scoprire, perché qui è forte l'attrattiva evocativa delle esperienze e della cultura del made in Italy in quanto raccontano di ambienti, prodotti, macchinari, processi e valori che hanno fatto – ed in molti casi continuano a fare – la storia culturale di un'intera epoca basata sul lavoro in fabbrica. La Ricerca indaga questo fenomeno in profondità.

 

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