Vacanze sulla neve? Quest’anno si farà tutto con più calma: si deciderà più tardi “se andare”, “dove andare”, ma soprattutto “quanto spendere” per la vacanza e per “fare cosa”. Questa indecisione colpirà anche il settore degli altri acquisti del mercato della neve, dalle attrezzature all’abbigliamento, dalla scuola di sci allo skipass. L’inverno 2011/2012 costringerà quindi il “sistema neve italiano” ad affrontare una situazione complessa, anche perché le instabili condizioni sociali non garantiscono serenità agli italiani che, dopo aver trascorso un’estate di sofferenza, hanno ripreso il pieno contatto con l’attività lavorativa e si sono trovati a riflettere sulla situazione economica generale, ed anche sulla propria condizione. I timori di una recessione continua, la scarsa affidabilità ai sistemi che hanno sempre garantito stabilità sociale (sistema bancario e politica), le problematiche occupazionali, sono solo alcuni degli elementi che inducono gli italiani a vedere con diffidenza il proprio futuro. In un contesto così difficile ed indecifrabile appare evidente che la vacanza diventa un’opzione più che una necessità: un’opzione alla quale nessuno vorrebbe rinunciare, ma che non rientra, per molte famiglie italiane, nelle spese “concesse” al proprio portafoglio. In sostanza, il prossimo inverno rappresenta un vero e proprio banco di prova per le destinazioni montane delle Alpi e dell’Appenino italiano: si tratta dell’inverno di più difficile interpretazione degli ultimi dieci anni, e si presenterà con un andamento assolutamente irregolare sia nella totalità della stagione come pure nei vari periodi. Con l’incognita, di sempre, dell’innevamento. Ci aspetta quindi una stagione invernale altalenante, con periodi concentratissimi di altissima densità turistica ed altri, invece, di desolanti vuoti. Una stagione, quella in divenire, che si presenta difficile e che, se da un lato metterà in crisi diverse località ed operatori, dall’altro garantirà, per una quota non superiore al 30% degli operatori del settore neve, risultati superiori allo scorso anno.  Quale il motivo di questa forbice?

  • Località: le località che manterranno le performances raggiunte o miglioreranno le quote di mercato saranno di due tipi: quelle che hanno investito sull’innovazione di servizi strutturali (in particolar modo impianti di risalita e snow park) e quelle che si sono ritagliate un preciso ruolo tra gli appassionati delle nuove discipline. Nel primo caso le località devono essere “fascinose” e ricche di opzione après ski; nel secondo caso l’essenziale è offrire luoghi di aggregazione tribale. A queste ultime si aggiungono le destinazioni slow e cordless. Tutte le località medie, mediocri o senza innovazione segneranno fasi di declino;
  • Prodotto:le strutture ricettive stantie, con servizi basici legati al solo bedding saranno quelle che soffriranno in maniera maggiore nella prossima stagione invernale. L’ospitalità dovrà essere speciale: o nei servizi, garantendo aree benessere, ristorazione tipica, assistenza per i bambini, etc.; o nell’accoglienza, offrendo opzioni differenziate ed altamente personalizzate. Vi sarà una ripresa delle affittanze degli appartamenti, in prevalenza per quelli di ottimo livello localizzati nei centri sciistici più rinomati, ma non solo.

Emerge quindi come diventerà sempre più risicato il numero di quelle località e di quelle strutture che riusciranno a mantenere una posizione di stabilità sul mercato, mentre aumenterà la divaricazione tra chi migliora le performances e chi, invece, rischia davvero l’estinzione. In pochi casi, però, il fattore discriminante sarà il fascino e la storicità della località; nella maggior parte dei casi il fattore di successo sarà dato dalla capacità del territorio e degli operatori turistici e dei servizi nell’offrire prodotti personalizzati benché organizzati. Si tratta di quelle località capaci di organizzare in maniera ottimale il territorio, senza però trascendere nella standardizzazione delle offerte, bensì capaci di garantire ad ogni ospite la possibilità di “modellare” su se stesso il proprio soggiorno. Anzi, molto spesso le località più famose sono quelle dove il rinnovamento tarda ad arrivare; dove le strutture ricettive non offrono servizi benessere né innovazione qualitativa, perché è insita la convinzione che sia il fascino della località il traino dell’intero sistema. Al contrario, nelle località più modeste gli operatori investono nelle loro strutture, surclassando per quantità e qualità di servizi i loro colleghi.

(Osservatorio Italiano del Turismo Montano, realizzato da JFC per Skipass Panorama Turismo)